I. LE ACCADEMIE ED I CIRCOLI DI MEDICINA IN ROMA FINO AL 1870

I cultori della medicina in Roma usavano riunirsi, in adunanze private, nei salotti di uno dei più dotti e benemeriti colleghi o di qualche facoltoso mecenate con il proposito di far progredire uno o l’altro campo speciale dello scibile medico.

Le riunioni, che avevano carattere privato, non venivano sovvenzionate o favorite dalle Autorità governative. Il « circolo medico » più antico fu costituito da Salvatore Floridi, da Città di Castello, il quale fu nominato archiatra, per fama e per meriti, dal Papa Clemente X (Emilio Altieri 1590-1676, Papa dal 1670 al 1676). Le riunioni si tenevano nell'appartamento posseduto dal Floridi nel palazzo Apostolico. Sembra, tuttavia, che già, prima del Floridi, dovessero esistere dei «circoli» dato che, nel 1672, il giovane Lancisi esibiva pubblicamente le sue conoscenze mediche e scientifiche.

Nel medesimo tempo nel quale agiva l'Accademia del Floridi, sorse l’Accademia di Anatomia fondata da Guglielmo Riva (nato ad Asti nel 1627) nello Ospedale di S. Maria della Consolazione. L'Accademia del Riva si adunava nella sua dimora in via della Pedacchia (ora vicino alla Ara Coeli) ed acquistò rinomanza perchè il Riva era ritenuto dottissimo anatomico. II Belli, nella sua monografia sulle case abitate in Roma da uomini illustri, riporta la riproduzione di un dipinto conservato nello stesso Ospedale S. Maria della Consolazione, nel quale era rappresentato il prospetto anteriore della Scuola Anatomica fondata dal Riva, decorato dalle preparazioni anatomiche eseguite, durante l'anno, dal Maestro e dai collaboratori interni ed estranei. Fra gli allievi del Riva figura il Lancisi, it quale, divenuto Maestro, nell'opera « De noxiis paludum effluviis » ricordò con gratitudine il suo Maestro e la Scuola che gli diedero insegnamenti e precetti. L'insegnamento del Riva e, successivamente, di Eustachio e di Lancisi, ebbero influenza rimarchevole nella evoluzione del pensiero scientifico-clinico della Scuola Romana.

Una terza accademia fu istituita nel 1679 da Girolamo Brasavoli, discendente da Antonio Musa Brasavoli da Ferrara. La Accademia agiva nell'abitazione del Brasavoli e vi prendevano parte un buon numero di professori e di esercitanti la medicina in Roma: alle adunanze partecipavano attivamente anche filosofi e letterati, ma non vi aveva accesso il pubblico. L'Accademia del Brasavoli cessò di funzionare durante la Sede Vacante di Papa Innocenzo XII.

Altra Accademia, funzionante in Roma, fu istituita da Giovanni Battista Trionfetti di Bologna il quale, a Roma, esercitò la medicina e diresse l'Orto Botanico dal 1681 al 1710. L'Accademia botanica del Trionfetti agì nello stesso Orto Botanico, all'epoca di papa Clemente XI (Albani) ed ebbe sede, nel 1703, dietro la Fonte dell'Acqua Paola presso S. Pietro in Montorio.

Lancisi, vissuto attivamente nelle Accademie, quando divenne famoso, ne fondò una nuova, la quale tenne le riunioni nella sua stessa abitazione. Nel 1711, trasferì l'Accademia da lui fondata nell'Ospedale S. Spirito a beneficio dei cento e più studiosi the si raccoglievano in quel Pio Istituto. Egli stesso assegnò per testamento all'Arcispedale la sua ricca collezione di libri e volle che l'Accademia fosse in comunicazione con la Biblioteca. Il Lancisi, avendo ritenuto indispensabile che gli Accademici ottenessero istruzione con aggiornamenti di filosofia, con la sperimentazione di fisica e di medicina, dotò l'Accademia di macchine di fisica, strumenti anatomici e microscopi e, per mantenerla in vita, le elargì beni terrieri (cento luoghi di monte) il cui reddito doveva servire per l'acquisto di libri nuovi e di macchine recenti; infine assegnò trenta scudi annui per dotare l’Accademia di un giovane aiutante al bibliotecario. Alla sua morte, lasciò erede universale dei suoi beni lo stesso Arcispedale di S. Spirito per «motivo di dovuta gratitudine » e perchè «avendo ricevuto dagli infermi ricchi, (io lo) devo lasciare agli infermi poveri». Le riunioni accademiche si svolgevano due volte al mese e vi partecipavano attivamente i medici assistenti, i chirurghi ed i più abili giovani del Nosocomio. Il primo esperimento funzionale di questa Accademia fu organizzato dal Lancisi il 25 aprile 1715. A questa adunanza vi parteciparono 13 Cardinali, moltissimi prelati e numerosi letterati ed il Lancisi tenne la orazione Latina: « De recte studiorum medicorum ratione istituenda ».

Un'altra Accademia fisico-matematica fu istituita, nel medesimo periodo di tempo, da Giovanni Ciampini. Questa Accademia, pur avendo come scopo le ricerche di letteratura e di scienze naturali, fu frequentata da archeologi e naturalisti. L'Accademia teneva le sue adunanze nella casa di Ciampini: vi intervenivano anche professori di medicina con letture riferibili alla loro scienza e venne, poi, arricchita con 7.000 volumi a stampa ed 800 codici.

L'ultima Accademia del 1700 fu istituita dal Leprotti, venuto a Roma al seguito del Cardinale Doria nel 1725. Il Leprotti, Archiatra di Papa Clemente XII (Lorenzo Corsini: 1652-1740: Papa dal 1730 al 1740) e di Papa Benedetto XIV (Prospero Lambertini: Papa dal 1740 al 1758), educato a Bologna nella Palestra accademica degli Inquieti (moderatore Morgagni e collaboratore Valsalva), appena giunto a Roma, cercò di radunare presso di se i più valenti e dotti cultori di medicina e di chirurgia. L'Accademia tenne le adunanze nella casa del Leprotti nella quale egli installò un circolo serale con trattenimenti su temi di medicina e chirurgia.

Le vicende della politica italiana dal 1800 al 1870, hanno avuto influenza particolarmente rilevante a Roma e si sono manifestate anche nelle attività e nella vita delle Accademie e delle riunioni scientifiche. In quell'epoca, hanno avuto in Roma sede ed attività 18 Accademie letterarie religiose ed artistiche, ma nessuna Accademia od associazione medica acquisì carattere pubblico od ottenne pubblico riconoscimento. Tutte le Accademie di medicina, anche se, di fatto, si sono riunite in ambienti pubblici (Orto Botanico, Arcispedale di S. Spirito), hanno avuto sempre carattere privato. Soltanto nel 1856, la sala, che nell'Ospedale di Santo Spirito fu utilizzata dal Lancisi, venne riaperta alle riunioni, le quali, però, non ebbero carattere di ufficialità accademica e furono limitate allo studio della diagnostica e dell'anatomia patologica. Le riunioni ebbero il tacito consenso del Commendatore Monsignor Vitelleschi, e vennero modestamente appellate con il titolo di «Adunanza degli amici della Scienza Medica». Le discussioni erano sorvegliate da un abate bibliotecario della Lancisiana. L'Accademia degli amici della Scienza Medica tenne varie sedute nelle quali vennero trattati argomenti connessi con casistica clinica e con dimostrazioni anatomopatologiche. In queste adunanze private venne discusso, per la prima volta, il progetto di una statistica medica per gli ospedali di Roma. L'Adunanza degli amici della Scienza medica svolse attività per un solo anno e fu soppressa dal prelato, che sostituì Monsignor Vitelleschi al governo dell'Ospedale.

Immediatamente dopo un gruppo di provetti medici, fra i quali figuravano insegnanti universitari, ritentarono le riunioni Accademiche ed ottennero di radunarsi in una sala dell'Università con il titolo di Conferenza Medica. In questa adunanza della Conferenza Medica venne discusso, per la prima volta, il tema delle acque minerali in Italia e fu deciso di raccogliere le più complete e precise notizie su tutte le acque minerali della penisola per ordinarne il materiale in modo da costituire un elemento per l’indirizzo scientifico delle medesime; l'opera, appena accennata, non fu compiuta. Il secondo argomento trattato nella Conferenza Medica riguardò la pellagra e venne affrontato in conseguenza di uno studio, eseguito da un medico francese, sulla pellagra negli stati romani. Il problema della pellagra venne esaminato ampiamente e si concluse con la nomina di una Commissione incaricata di portarsi nelle varie località dominate dalla pellagra (Palestrina: dott. Marchi e Capranica: dott. Tuccimei) con lo scopo di esaminare i malati, di indagare le cause maligne e soprattutto per studiare le qualità del granoturco impiegato per l'alimentazione. Il rapporto della commissione riscosse un rilevante successo e fu se-gnalato dalla stampa.

Malgrado le numerose richieste e la manifestazione attiva di Accademici preposti dal Governo al pubblico insegnamento, la Adunanza non ottenne il riconoscimento accademico ed esaurì rapidamente la sua attività per una ragione contingente: la Conferenza Medica, per accentuare la sua attività, decise di introdurre nuovi elementi scegliendo venti nominativi fra le numerose domande di medici esercitanti in Roma e ragguardevoli per stima e per meriti.
Questo primo atto di autonomia decisionale, esercitato dalla Conferenza Medica non venne legittimato dal Cardinale Prefetto degli Studi il quale, esercitando il diritto di approvazione delle nomine, escluse quasi tutti i candidati proposti. L'atto del Cardinale Prefetto degli Studi suscitò tanta meraviglia e così generale indignazione che, per protesta, la Confe-renza Medica si sciolse spontaneamente (1863). Le somme, rimaste nella cassa sociale, non vennero versate al Cardinale Prefetto degli Studi, ma furono custodite gelosamente da alcuni degli appartenenti alla Conferenza. Nel 1865, le preoccupazioni politiche le quali dominarono la vita del Governo romano, tolleravano poco volentieri tutte le riunioni e di qualsiasi tipo, anche se avessero o avvertissero carattere scientifico. Per non suscitare sospetto o malintesi, un gruppo di studiosi decise di riunirsi per redigere un periodico mensile dal titolo GIORNALE MEDICO DI ROMA.
La redazione del giornale e l'assiduità della sua apparizione, richiedevano numerose e frequenti riunioni le quali, in realtà, acquisirono, ben presto, il tipo ed il carattere di vere riunioni accademiche. Le riunioni divennero cosi regolari che da una semplice società collaboratrice, la Redazione del Giornale divenne « nella realtà » e nel concetto del pubblico, una vera Accademia Medica di Roma. II Giornale, apparso con regolarità, pubblicava, con lavori originali, tutte le memorie presentate alle riunioni. La pubblicazione del giornale però, era sottoposta a censura e doveva ricevere l'Imprimatur per poter essere stampata. La censura era piuttosto rigida ed accorta e vigilava strettamente sulle notizie riguardanti argomenti politico-religiosi.
Si cita, fra l'altro, l'episodio riguardante la notizia della morte di Carlo Matteucci, Professore universitario e senatore del Regno d'Italia: il censore, vigile ed attento, non poteva e non voleva concedere it publicetur del giornale perche il Governo di Roma, non avendo riconosciuto il Regno d'Italia, non poteva dare notizie della morte di uno dei suoi Senatori. La vita della Società collaboratrice del Giornale Medico di Roma fu intensa: il 5 aprile 1867 il dottor Barellaj (di Firenze) espose il progetto per la creazione della colonia marina (per bambini rachitici e scrofolosi) in Anzio; il 24 maggio 1867 il dottor Ponza (direttore del manicomio di Alessandria) trattò le psicopatie da pellagra e le paralisi progressive degli alienati. Dalla discussione scaturì la proposta di istituire nell'Universita di Roma l'insegnamento ufficiale della psichiatria. Le discussioni, estese ad altri e vari settori della medicina (sull'atrofia giallo-acuta del fegato, sulla teoria fisio-patologica dei rumori cardiaci, sul gozzo esoftalmico, sulla trichina spiralis, sulle febbri remittenti) resero ben nota la Società collaboratrice del Giornale Medico di Roma, la quale acquisì tanta rinomanza da essere invitata ufficialmente al congresso medico internazionale di Parigi (agosto 1867). I rapporti fra la Società collaboratrice ed il Giornale medico, apparentemente senza ragione, si raffreddarono: il Giornale modificò la sua struttura amministrativa; la Società Collaboratrice se ne distaccò e nel 1869 fondò un nuovo: Archivio di Medicina, Chirurgia ed Igiene.
La nuova redazione del giornale rese più intensi i rapporti fra i soci e più frequenti le riunioni, imposero la ammissione di nuovi soci, una più disciplinata organizzazione e, fra l'altro, imposero dei sacrifici economici ai soci. Le riunioni vennero vivacizzate da ampie ed approfondite discussioni e, nel 1869, in seguito alla trattazione di problemi epidemiologici, la Società organizzò la pubblicazione periodica (mensile) delle malattie dominanti in Roma. Nacque, cosi, un Bollettino metereologico-medico pubblicato dal medesimo Archivio di Medicina, Chirurgia ed Igiene nel quale venivano raccolte, mensilmente, le osservazioni metereologiche della specola capitolina e le notizie sulle condizioni sanitarie della città.

II. LA FONDAZIONE DELLA ACCADEMIA MEDICA DI ROMA

La Società continuò a svolgere la sua attività durante il 1869 ed il successivo 1870. Subito dopo la annessione di Roma al Regno d'Italia, si costituì, nell'ambito della Società collaboratrice dell'Archivio di Medicina, Chirurgia ed Igiene, il Comitato Romano della Associazione medica italiana. II Comitato Romano si mise immediatamente in contatto con la commissione esecutiva centrale dell'Associazione Medica Italiana e collaborò attivamente per la preparazione del V Congresso generale dell'Associazione che si tenne in Roma nel 1871.
Nello stesso periodo, si concretizzò l'idea di fondare un'Accademia di medicina e, nel 1871, venne redatto un progetto di Statuto che fu presentato al Commissario per la pubblica istruzione comm. Brioschi. Frattanto, nel 1874, la Società Collaboratrice dell'Archivio di Medicina, Chirurgia ed Igiene, decise di trasformare radicalmente i1 proprio regolamento erigendosi ad Accademia Medica di Roma, ampliando l'albo dei Soci, ammettendo soci corrispondenti italiani e stranieri, tenendo riunioni pubbliche e trasformando il Giornale in Organo ufficiale della nuova Accademia.
Nello stesso periodo, la Facoltà di Medicina dell'Università discuteva la necessità di creare in Roma una Accademia Medico-chirurgica e, poichè taluni membri della Facoltà erano già soci della Società collaboratrice del Giornale, le due iniziative vennero unificate ed il Prof. Francesco Ratti, Presidente della Società collaboratrice del Giornale (Archivio di Medicina, Chirurgia ed Igiene) e membro della Facoltà, si assunse it compito di esporre, nella seduta della Facoltà, le vicissitudini, le attività e gli scopi della Società collaboratrice del Giornale e la opportunità che le iniziative per la fondazione dell'Accademia venissero unificate.

La Facoltà accolse la tesi del Ratti e stabilì, che, in linea di principio, la Società collaboratrice dell'Archivio di Medicina, Chirurgia ed Igiene venisse chiamata a contribuire alla fondazione ed alla strutturazione della futura Accademia. La Facoltà, durante le more richieste per la preparazione della Accademia, iniziò pratiche ufficiose presso it Ministero della Pubblica Istruzione al fine di ottenerne l'appoggio politico ed amministrativo. L'allora ministro f.f. on. Cantelli assicurò tutto l'appoggio e promise anche di reperire opportuni locali per la sede dell'Accademia.
La Facoltà Medica, riunitasi il 2 marzo 1875 ridiscusse i problemi ri-guardanti la fondazione dell'Accademia Medica e decise di scegliere fra i medici componenti la Società collaboratrice dell'Archivio un numero di Soci della Società collaboratrice dell'Archivio di Medicina, Chirurgia ed Igiene equivalente a quello dei Professori ordinari della Facoltà. L'albo della nuova Accademia risultò quindi costituito dai Professori Ordinari della Facolta, dai Professori Straordinari ed Incaricati e dai Soci della Società collaboratrice dell'Archivio di Medicina, Chirurgia ed Igiene. L'elenco completo risultò cosi composto:

  • Professori ordinari:
    • Baccelli Guido, clinica medica;
    • Businelli Francesco, clinica oculistica;
    • Cadet Socrate, fisiologia umana;
    • Galassi Luigi, patologia speciale medica;
    • Gentili Pietro, patologia generale;
    • Maggiorani Carlo, clinica medica;
    • Manassei Casimiro, clinica dermatologica;
    • Panunzi Antonio, clinica ostetrica;
    • Ratti Francesco, chimico;
    • Scalzi Francesco, clinica ortopedica;
    • Todaro Francesco, anatomia umana;
    • Tommasi Crudeli Corrado, igiene;
    • Toscani Davide, medicina politico-legale;
    • Valeri Gaetano, igiene pubblica.
  • Professori straordinari ed incaricati:
    • De Rossi Emilio, clinica oculistica;
    • Girolami Giuseppe, psichiatria;
    • Laurenzi Luigi, anatomia patologica;
    • Mazzoni Costanzo, clinica chirurgica;
    • Moriggia Aliprando, fisiologia;
    • Murri Augusto, sanatoriale;
    • Occhini Francesco, medicina operativa;
    • Pasquali Ercole, clinica ostetrica;
    • Scalzi Filippo, patologia speciale chirurgica.
  • Eletti dalla Società Collaboratrice:
    • Aureli Camillo,
    • Balestra Pietro,
    • Bastianelli Giulio,
    • Brunelli Cesare,
    • Cerasi Filippo,
    • Donarelli Attilio,
    • Fedeli Gregorio,
    • Feliciani Alceo, /li>
    • Gualdi Luigi,
    • Lanzi Matteo,
    • Marchiafava Ettore,
    • Tassi Emidio
    • Tuccimei Ignazio,
    • Valenti Antonio.

 

Liberamente tratto da:
"LA ACCADEMIA MEDICA DI ROMA NEL SUO PRIMO SECOLO (1875-1975)"
a cura del Prof. Luigi Travia, Accademico Segretario per molti decenni.